Il pilota ligure, ma di origini monzesi, è entusiasta per il debutto tra le Sportscar che ora impone un nuovo stile di guida per capitalizzare carico aerodinamico e peso light. A Monza nuova sfida per avvicinarsi al gruppo di vertice.
Dopo una carriera costruita tutta tra le vetture di classe GT, soprattutto con la Ferrari 550 Maranello, il debutto sulla Norma della CMS Racing Cars e nel Campionato Italiano Sport Prototipi gli ha riservato più di una novità da gestire.

Ma Giancarlo Pedetti non si è tirato indietro ed anzi, alla prima presa di contatto con una Sportscar di classe CN2, ha subito saputo cimentarsi di slancio, già a partire dall’unica sessione di prove libere su asciutto a Misano e con una continua progressione nei tempi fino a gara 2.

Non ancora abbastanza vicino al gruppo di testa, ma le premesse ci sono tutte.

“È davvero entusiasmante, è una guida appagante – ha commentato il pilota genovese – certo non sono abituato a subire questi distacchi, normalmente sono nel gruppo di testa. Ma è tutta un’altra vettura rispetto alle GT e non avevo mai provato una vettura di quel tipo. Sono stato sempre abituato agli oltre 500 della Ferrari 550, motore anteriore e trazione posteriore. Tanta potenza e tanta coppia. Ho pagato questo. La Norma CN2 è una vettura che mi dà grandi soddisfazioni, ma devo riuscire a sfruttarla per arrivare al limite. Molti si sono fermati a questi primi ostacoli. Io voglio andare avanti, voglio fare chilometri. Forse la difficoltà principale, per chi proviene dal GT come me, è proprio nella diversa potenza. Con un GT con tanti cavalli in basso, arrivo in curva, non freno al limite come faresti con il CN, inserisci e poi apri in uscita. Molto più tardi di quanto si possa fare con uno Sport Prototipi. Qui scali negli ultimi trenta metri, prima ancora di essere in curva già puoi accelerare. Puoi sfruttare l’aerodinamica e per farlo devi tenere giù. È una tecnica di guida che ottimizza la percorrenza in curva, molto di più di quanto si possa fare con il GT dove è tutto più semplice potendo gestire tanta potenza”.

“Ho voluto subito installare il cambio al volante – continua Pedetti – mi è sembrato più naturale. È facile abituarsi e sfrutti in meglio anche la frenata. Forse il motore è la cosa più complicata da gestire, bisogna tenerlo su. Con il Ferrari schiacciavi e a 5300 o 5500 già cambi. Qui arrivi a 8200 e ogni cambiata sono 2-300 giri. Nella frenata non ho avuto difficoltà. Magari frenavo più tardi di altri però non aveva senso perché non potevo aprire gas ed avere potenza fin quando non ero in uscita. Se fossi stato a Misano per due giorni di test sarebbe stato diverso. Ho fatto una sessione di libere, poi la seconda era bagnato ed infine le prove ufficiali dove ero ancora in apprendimento. In gara 1 si è bloccato l’acceleratore dopo tre giri e mi è andata anche bene perché sono riuscito subito a gestire quel momento staccando subito la corrente e fermandomi sull’erba. Di fatto ho disputato solo gara 2”.

Ora è già tempo di pensare a Monza dove sarà di scane il secondo appuntamento stagionale nel weekend del 1° maggio.

“A Monza sarà la mia prima volta. Anche se ho vissuto a Monza la conosco solo da spettatore e mai da pilota. Neanche come prove private. Ho corso dappertutto, anche all’estero e non mi crea problemi conoscere una pista nuova. Cerco di prepararmi vedendo le cameracar, magari con la PS. Le curve sono tre, c’è poco da inventarsi. La Parabolica e le Lesmo. Poi le varianti non sono un problema, anche alla Ascari bisogna solo tenere giù. Ci sarà sicuramente un po’ di emozione in più anche perché ci saranno i parenti… Scherzi a parte, sulla pista ci sono entrato solo a piedi, da bambino. Anche in bici. Peraltro quando ero bambino ci si poteva intrufolare anche durante il Gran Premio. Certo, erano altri tempi”.